In Italia è stato recentemente varato un nuovo progetto di legge, a cui ho contribuito, volto a promuovere lo sviluppo delle aree montane, attribuendo loro una posizione centrale adeguata.
Sarebbe auspicabile che, nella prossima fase di pianificazione, in Europa si seguisse per la montagna un approccio analogo a quello già adottato per le strategie integrate delle aree marittime. È fondamentale estendere questa attenzione anche alle zone montane, considerando che costituiscono il 35% del territorio europeo, tale iniziativa non solo consentirà di comprendere meglio il ruolo della politica di coesione nel migliorare le condizioni delle aree montane, ma contribuirà anche a rafforzare il progresso complessivo dell'Europa.
La politica di Coesione per il periodo 2014-2020 ha rappresentato un pilastro cruciale per lo sviluppo europeo, con un significativo stanziamento di fondi e un'alta percentuale di assorbimento, attestata intorno all'89%. L'Europa ha dovuto affrontare negli ultimi anni crisi inaspettate, la pandemia, il conflitto in Ucraina e le sfide legate alla crisi energetica, la programmazione in corso è quindi stata utilizzata come strumento di risposta a tali emergenze, il che ha inevitabilmente compromesso tempi e risultati. È pertanto essenziale che la politica di Coesione si concentri anche sulla consolidazione degli obiettivi a medio e lungo termine che le sono propri.
È urgente semplificare la gestione dei fondi e migliorarne la flessibilità, poiché la complessità attuale non solo ostacola il loro utilizzo, ma mina anche la fiducia dei cittadini. Invitiamo pertanto ad adottare un approccio basato sul buon senso, che vada al di là della mera burocrazia.
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