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L'Unione Europea ascolti la voce degli enti locali alle prese con la crisi


Purtroppo l’Ue non ha fatto in tempo a uscire dalla crisi del Covid per ritrovarsi a fronteggiarne un’altra, la guerra in Ucraina, per certi versi ancora più grave, che sta dimostrando come la politica di transizione del continente fosse dipendente da qualcun altro, una scelta poco lungimirante di cui pagheremo il costo negli anni a venire” - queste le mie parole in Plenaria a Strasburgo il 7 marzo scorso -.

La politica di coesione può e deve fare molto per rispondere a queste crisi, che purtroppo dureranno ancora a lungo . E’ necessario però consentire agli Stati membri di poter affrontare correttamente i piani di partenariato per fare fronte alle esigenze poste dalla Commissione: in molti Stati Ue l’accavallarsi del Next Generation Eu (Ngeu) con la Politica di Coesione sta creando un carico di lavoro e burocrazia a livello locale e regionale insostenibile per gli enti locali. L’Ue deve tenere conto della particolare situazione che stiamo vivendo a livello internazionale e alle sue ripercussioni sul piano sociale, economico ed energetico, ma anche e soprattutto del sovraccarico burocratico che le amministrazioni locali hanno in questo difficile periodo: Bruxelles ascolti la voce dei territori.

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