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No all'export di riso dall'India, utilizzano prodotti vietati e nocivi per l'uomo e l'ambiente


A lanciare l'allarme i presidenti di Confagricoltura: "I nostri agricoltori devono attenersi a regole rigide per la coltivazione di un prodotto salubre e di qualità, salvaguardando l'ambiente e la salute dei consumatori. Non possiamo accettare che altri Paesi, utilizzatori di fitofarmaci e agrofarmaci oltre i limiti stabiliti in Europa, facciano circolare anche solo piccoli quantitativi sui nostri mercati». Cosi Benedetto Coppo, presidente di Confagricoltura Vercelìi-Biella, manifesta la propria preoccupazione per la possibile apertura all'importazione di riso dall'India. Una possibilità che rischierebbe di avere effetti negativi sul comparto risicolo piemontese di Novara e Vercelli, le più produttive della Regione. In questo senso il settore da tempo sostiene la necessità di reintrodurre la clausola di salvaguardia per tutelare il territorio e i produttori italiani. «Nel 2022 il Rasff ha registrato 42 segnalazioni (il 28% del totale) su riso importato dall'India — aggiunge Chiò, presidente Confagricoltura di Novara e Vco — per la presenza, ben oltre i limiti, di diversi agrofarmaci il cui impiego non è consentito nei confini europei. È assurdo che dopo dieci anni la Commissione europea abbia ripreso le trattative con l'India per la definizione di un accordo di libero scambio, dove per altro si valuta di innalzare il livello massimo di residuo del triciclazolo per il solo riso d'importazione»... Articolo completo qui...

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