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La montagna digitale. Qual è lo stato della rete di comunicazione su Alpi e Appennini?

Le restrizioni dovute all’attuale pandemia hanno obbligato milioni di persone al telelavoro e gli studenti alla didattica a distanza, la digitalizzazione e la connessione Internet sono diventate quanto mai fondamentali nella vita di tutti, più di quanto non lo fossero in precedenza. La rete digitale è il tessuto strategico grazie al quale ogni cittadino e ogni impresa hanno potuto accedere per continuare, supper con le pesanti restrizioni, una parvenza di vita normale mantendo quei legami che il lockdown ha sospeso. La distanza è stata accorciata in modo impensabile fino a pochi anni fa ma persiste una ‘distanza tecnologica’, organizzativa e culturale che si frappone tra i territori e i gruppi sociali e ne accentua le disuguaglianze.

Questa pandemia ha quindi reso tangibile la realtà di una rete di comunicazione immateriale spesso inadeguata nelle aree montane e periferiche che penalizza ancora di più gli abitanti e le attività delle Terre alte.

Il Dipartimento per le politiche della aree montane intende portare avanti, di concerto con i territori e gli Enti locali, lo sviluppo della rete digitale per adeguare e modernizzare un servizio fondamentale e imprescindibile in tutte le attività umane.

Grazie al recente dossier di Uncem “La Montagna in rete” si è potuto identificare il quadro attuale del livello di connettività della montagna italiana, se ne propongono di seguito alcuni passaggi per meglio comprendere la situazione digitale e i futuri obiettivi da raggiungere per adeguare le Terre alte a competere con il resto del Paese.



La Banda Ultra Larga

Nel 2014 è stato firmato l’Accordo di Partenariato tra Commissione Europea e Stato Italiano per l’attuazione della programmazione 2014-2020 dei Fondi Europei che ha stabilito l’obiettivo di una integrale copertura del territorio nazionale con una percentuale “dell’85% della popolazione con infrastrutture in grado di supportare servizi a 100Mbps e superiori garantendo al restante 15% velocità di connessione pari a 30Mbps”. L’Accordo ha garantito la disponibilità di risorse stanziate nell’ambito della programmazione dei Fondi strutturali comunitari pari a circa 2 miliardi di euro, garantiti nei Programmi operativi (regionali e nazionali).

Tale periodo di programmazione volge però al termine e gli obiettivi sono lontani dall’essere raggiunti. Al giugno del 2018 (ultimo dato pubblicato) ben 4.895 dei 7.926 comuni italiani (il 61,8% del totale) aveva ancora una copertura delle proprie unità immobiliari inferiore al 40%. In larghissima misura si tratta proprio di piccoli comuni, nelle aree montane e rurali del Paese. In questi comuni risiedono comunque oltre 11 milioni di abitanti, il 18,3% della popolazione nazionale, in un territorio che si estende a ricomprendere la metà circa della intera superficie del Paese. Una parte molto importante, ben 2.588 di questi comuni (il 52,9%) sono comuni montani e, rispetto al totale della montagna, la popolazione che risiede nei comuni serviti così inadeguatamente arriva al 46,9% rappresentandone quasi la metà. Per di più questi comuni, i più periferici e discosti e dunque i più rarefatti, interessano oltre i 2/3 del territorio montano rispetto al quale il servizio di connettività viene sostanzialmente meno. Le regioni alpine sono quelle più penalizzate, con valori critici che interessano pressoché la totalità dei comuni (oltre il 90%) in Piemonte, Friuli Venezia Giulia e nella Province Autonome di Trento e Bolzano, con le regioni “più favorite” come la Lombardia o il Veneto dove comunque la quota dei comuni serviti meglio non supera rispettivamente 1/4 del totale. Non diversamente se la passa l’Appennino centro settentrionale mentre migliore si presenta la condizione delle regioni meridionali dove Basilicata e Calabria collocano sopra soglia i 2/5 dei comuni montani e Sardegna e Calabria raggiungono dotazioni ancora maggiori.



Un confronto con le condizioni delle comunicazioni fisiche

Per paradossale che possa parere, lo stato della infrastrutturazione per le comunicazioni immateriali, infrastrutture più leggere e più smart, descrive un quadro di penalizzazioni territoriali per le Montagne italiane che è oggi peggiore di quello determinato dall’assetto delle più tradizionali infrastrutture stradali e ferroviarie.

A presentare condizioni di accessibilità ai servizi decisamente inadeguate che determinano l’insorgere di effettive condizioni di perifericità sono oggi infatti 2.101 comuni italiani per i quali l’assetto delle reti non consente di accedere in 30 minuti di spostamento automobilistico ad una minima soglia di concentrazione demografica che corrisponde al livello di una città media (50.000 abitanti). Sono circa 500 in meno i comuni fortemente penalizzati dall’assetto attuale della BUL come pure di circa 500.000 abitanti si riduce sino al valore di 3,6 milioni circa l’ammontare della popolazione montana in cattive condizioni di accessibilità. Un dato marcatamente peggiore delle comunicazioni immateriali, rispetto a quello garantito dalle infrastrutture per la mobilità delle persone, caratterizza con decisione il quadro delle Montagne Alpine dove le condizioni di perifericità riguardano quote variabili tra il 30 e il 60% dei comuni montani e tra il 20 e il 30% della relativa popolazione rispetto a penalizzazioni nelle infrastrutture immateriali che riguardano l’80-90% dei comuni e il 50-70% della popolazione. Opposta la situazione delle regioni meridionali appenniniche dove i comuni montani “sotto soglia” di accessibilità fisica raggiungono l’80-90% del totale mentre quelli penalizzati dalla fibra sono il 30-60% (con una punta dell’80% in Campania). L’Appennino centro settentrionale è quello che presenta forse le condizioni peggiori con una rilevante perifericità determinata dalle connessioni di trasporto (70-80% dei comuni “sotto soglia”) confermata da un quadro altrettanto negativo (70-90% dei comuni con valori critici) determinato dalle infrastrutture per la connettività telematica.



La telefonia mobile

La banda larga è sicuramente il tema fondamentale della connettività ma non ne esaurisce certo il significato. La telefonia mobile è sicuramente un tema fondamentale per i territori a bassa densità dove risiedere, muoversi e operare deve poter avvenire in relazione diretta con chi, da lontano, deve esserci vicino. Da luglio a settembre 2019, l’Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani, ha ricevuto 1450 mail con le segnalazioni delle aree del Paese non coperte dal segnale di telefonia mobile, da parte di Sindaci, Amministratori locali e cittadini. Un’analisi partita dal basso, ha permesso ad UNCEM di comporre un elenco con 1220 località, comuni e relativi borghi, frazioni, strade, pezzi di territorio dove telefonare, mandare un messaggio, navigare in internet con il proprio smartphone è impossibile o quasi. La rappresentazione di questa realtà è naturalmente una rappresentazione parziale del fenomeno, risentendo non solo della sua oggettiva distribuzione quanto anche della risposta ricevuta e dunque della capacità di UNCEM di accreditarsi presso i Comuni come interlocutore rilevante per le politiche della connettività. In tutta Italia le segnalazioni di mancanza di copertura o di disfunzioni ricevute da UNCEM riguardano 669 comuni, 510 dei quali classificabili come comuni montani. Sono l’9,4% dei comuni italiani ma il 14,9 dei comuni montani nei quali ultimi risiede quasi 1,3 milioni di abitanti. Il Piemonte è la regione dove il disagio è più rappresentato dalla numerosità dei comuni che lo segnalano (292, di cui 212 montani con oltre 300mila residenti), vuoi per la peculiare frammentazione del ritaglio amministrativo comunale, vuoi per il tradizionale radicamento di UNCEM nella Regione. Disagi importanti (anche in relazione alla numerosità della popolazione residente nei comuni interessati) ci sono anche tra i comuni montani della Sardegna (32 comuni con oltre 200mila residenti) della Lombardia, del Veneto, della Toscana, dell’Umbria dove si sfiora o si supera la soglia dei centomila abitanti.


Questa è l’attuale situazione della rete digitale nelle aree montane dove risultano evidenti ampi margini di intervento per migliorare e adeguare la connettività dei Comuni situati sulle Alpi e gli Appennini. Come Dipartimento per le politiche delle aree montane, saranno valutate e proposte in concerto con i territori, i Comuni e le associazioni di riferimento le iniziative per includere le Terre Alte nel grande e moderno circuito digitale e migliorare la vita di chi, da sempre, vive e mantiene viva la Montagna.

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