top of page

Finanziamenti europei, manovra 2021 e comunità montane

In questo nuovo approfondimento riporto tre articoli per fare il punto della situazione sui recenti sviluppi nelle trattative europee e nella prossima manovra 2021. Come sempre con un particolare riguardo sulle opportunità per le nostre montagne.


Un piano Marshall per il futuro delle Comunità Montane

Le recenti calamità naturali - come alluvioni e dissesto idrogeologico - hanno origine dai cambiamenti climatici che mettono in luce la vera questione Montana: l'abbandono e la parcellizzazione del suolo, causa della perdita dei prodotti agroalimentari e della superficie agricola. L’ effetto devastante di questo processo è oggi sotto gli occhi di tutti. A tal proposito è necessaria una pianificazione territoriale a vari livelli, per rendere i territori più resilienti. Per far ciò gli Enti locali devono essere messi dal legislatore, nelle condizioni di predisporre una pianificazione congiunta con gli organi competenti, ad esempio consentendo le assunzioni di personale tecnico all’interno di Unioni montane e Comunità montane per poter progettare e affidare i lavori post-emergenza e per la prevenzione. Garantire servizi ecosistemici-ambientali all'intero del Paese è la chiave per pianificare una strategia per le aree montane e interne che deve vedere al centro di essa i Comuni che condividono tra loro strategie ed obiettivi e conoscono benissimo le criticità del proprio territorio. Dentro questo quadro gli Amministratori, I Comuni e le Unioni di Comuni avrebbero la possibilità di lavorare in sinergia sul campo, avendo una visione del futuro mirata alla crescita e favorendo un processo di ottimizzazione dei costi e una razionalizzazione dei contributi. È inoltre particolarmente rilevante poter disporre, a livello comunale e sovracomunale, di progetti cantierabili come ad esempio per la protezione delle aste fluviali e dei versanti, così da poterne dare attuazione appena disponibili le risorse stanziate. Per tali motivi come approfondito nel dossier https://uncem.it/wp-content/uploads/2020/10/UNCEMCAIRE-FMI-dissesto-dossier-ott2020.pdf di Uncem, Consorzio Caire e Fondazione Montagne Italia, occorre pianificare nel PNRR l'uso delle risorse del NextGenerationEU, sostenendo un piano contro il dissesto idrogeologico (unito alla piena attuazione della Strategia forestale nazionale) e un "Piano per le rivitalizzazione delle aree interne e montane" (unito all'attuazione della Strategia delle Green Communities, prevista dalla legge nazionale 221/2015) che passa dalla rigenerazione dei borghi alpini e appenninici, luoghi dove vivere e fare impresa. A tal proposito l’indotto economico dovrebbe essere stimolato anche con opportune scelte fiscali agevolando i reinsediamenti e sostenendo i residenti, al fine di garantire presenza, presidio e manutenzione del territorio.


Manovra 2021: tre nuovi fondi per la ricerca.

In arrivo le risorse ad hoc per la creazione degli ecosistemi dell’innovazione.

Sono tre i nuovi fondi previsti dalla legge di Bilancio 2021 per sostenere la ricerca italiana:

Oltre ad istituire nuovi strumenti finanziari a sostegno della ricerca e dell'innovazione, la Manovra 2021 va anche a rifinanziare misure esistenti, come il Fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca, che viene incrementato di 65 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2021.

Inoltre, per consentire la prosecuzione del Programma nazionale di ricerche in Antartide (PNRA) e assicurare la partecipazione dell'Italia al Trattato antartico, il ministro dell’università e della ricerca potrà assegnare annualmente con apposito decreto, a decorrere dall’anno 2021, un contributo di 23 milioni di euro agli enti pubblici di ricerca incaricati dell’attuazione del PNRA.


Fondo per la promozione e lo sviluppo delle politiche del PNR

Nello stato di previsione del Ministero dell’università (MUR) e della ricerca viene istituito il Fondo per la promozione e lo sviluppo delle politiche del Programma nazionale per la ricerca (PNR), con una dotazione di 200 milioni di euro per gli anni 2021 e 2022 e di 50 milioni di euro per l’anno 2023.

Il Fondo intende rafforzare le misure di sostegno alla ricerca scientifica indicate nel PNR e garantire lo sviluppo delle linee strategiche nel campo della ricerca scientifica coerenti con il programma quadro di ricerca e innovazione dell’UE, Horizon Europe.

Con uno o più decreti del ministro dell'Università e della ricerca saranno individuati i criteri di riparto e di utilizzazione delle risorse tra le università, gli enti e le istituzioni pubbliche di ricerca.


Fondo per l’edilizia e le infrastrutture di ricerca

Presso il MUR sarà istituito anche il Fondo per l’edilizia e le infrastrutture di ricerca, allo scopo di promuovere gli interventi di ammodernamento strutturale e tecnologico delle università, delle istituzioni di alta formazione artistica musicale e coreutica e degli enti di ricerca.

Lo strumento avrà una dotazione di 100 milioni di euro per ciascuno degli anni 2021 e 2022, 250 milioni di euro per l’anno 2023, 200 milioni di euro per gli anni 2024 e 2025 e di 150 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2026 al 2035.

Anche in questo caso, con uno o più decreti del ministro dell’Università e della ricerca verranno individuati i criteri di riparto e di utilizzazione delle risorse tra le università, le istituzioni di alta formazione artistica musicale e coreutica e gli enti di ricerca.


Fondo per la valutazione e la valorizzazione dei progetti di ricerca

La Manovra 2021 introduce la possibilità, per il Ministero dell’Università e della ricerca, di avvalersi dell’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa S.p.a.–Invitalia per i servizi di supporto specialistico, attività di analisi, valutazione e monitoraggio per interventi nel settore della ricerca, con particolare riferimento alla programmazione strategica del PNR e dei progetti finanziati con risorse nazionali, dell’UE e tramite il Fondo per lo sviluppo e la coesione.

A tal fine viene istituito, nello stato di previsione del MUR, il Fondo per la valutazione e la valorizzazione dei progetti di ricerca, con una dotazione di 10 milioni di euro a decorrere dall’anno 2021.


I Finanziamenti Europei per le Comunità Montane attraverso lo sviluppo dei Territori

La promozione e lo sviluppo dei territori montani non possono prescindere dalla rigenerazione dei processi di sviluppo locale come: la pianificazione urbanistica, la progettazione architettonica, il ripensamento degli spazi pubblici e privati nei borghi e nei villaggi alpini e appenninici. Tali fattori evidenziano l’esigenza di favorire opportunità di sviluppo per rendere più smart e green i territori rurali, montani e interni italiani, sostenendo la realizzazione di reti infrastrutturali, anche digitali. Questo percorso di sviluppo per la montagna e la sua popolazione al fine di beneficiare dei fondi del NextGenerationEU, deve condividere i criteri dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e del Green New Deal.

Teniamo presente che siamo in un periodo di transizione tra la fine dell’odierno QF 2014 -2020 (Quadro Finanziario) ed il nuovo QF 2021 -2027. La nuova proposta economica ha sottolineato la necessità di tenere ben presenti le priorità europee: “la duplice transizione verso un'Europa climaticamente neutra e un'Europa resiliente e digitalizzata”. A tal proposito facciamo riferimento al Just Transition Fund il primo pilastro del meccanismo per una transizione giusta con un budget di 40 miliardi di euro. Il fondo sosterrà la diversificazione economica e la riconversione dei territori interessati. Ciò significa sostenere gli investimenti produttivi nelle piccole e medie imprese, la creazione di nuove imprese, la ricerca e l'innovazione, la riabilitazione ambientale, l'energia pulita, la riqualificazione territoriale, l'assistenza alla ricerca del lavoro e l'inclusione attiva dei programmi per le persone in cerca di lavoro, nonché la trasformazione degli impianti esistenti ad alta intensità di carbonio quando questi investimenti portano a riduzioni sostanziali delle emissioni e alla protezione del lavoro. Il secondo pilastro verso una transizione giusta è il programma InvestEu con un budget di 1,8 miliardi di euro, sosterrà gli investimenti in una gamma più ampia di progetti rispetto al Just Transition Fund, come progetti per le infrastrutture energetiche e di trasporto, comprese le infrastrutture del gas e il teleriscaldamento ma anche progetti di decarbonizzazione, diversificazione economica e infrastrutture sociali. Lo strumento di prestito della BEI è invece il terzo pilastro del meccanismo per una transizione giusta con un budget di 10 miliardi di euro e finanzierà gli investimenti verdi nell’UE.

Comentários


bottom of page