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Consiglio Regionale del Piemonte, il mio intervento sull'emergenza peste suina



Qui di seguito trovate il mio intervento del 19 luglio 2022 presso il Consiglio Regionale del Piemonte, in sessione aperta sul tema "peste suina":


Buongiorno e grazie, Presidente.

Un saluto a tutta la Giunta presente, al Presidente Cirio e a tutti i Consiglieri regionali. Un ringraziamento per questo Consiglio regionale aperto su una tematica così importante per il nostro territorio.

Dal punto di vista europeo, visto che siamo abituati ad avere tempi di intervento molto rapidi, vi farò una veloce carrellata delle indicazioni europee, dal punto di vista regolamentare, e delle prospettive per la gestione di questa tematica che non riguarda solo il Piemonte o la Liguria, ma una parte importante del continente.

Il Regolamento di esecuzione (UE) 2021/605 della Commissione del 7 aprile 2021, che istituisce misure speciali di lotta contro la peste suina africana, è stato adottato dalla Commissione sulla base del nuovo quadro giuridico del Regolamento, in particolare il 2016/429, la cosiddetta "Normativa sulla salute degli animali".

Nell’Unione Europea si applicano misure speciali di lotta contro la peste suina africana in aggiunta alle norme per la prevenzione e il controllo di alcune malattie elencate, di cui al Regolamento delegato 2020/687 della Commissione. In base alla situazione epidemiologica della peste suina africana, le zone colpite da tale malattia negli Stati membri interessati sono elencate come zone soggette a restrizioni di prima, seconda e terza fascia, nell’allegato I del Regolamento di esecuzione 2021/695 della Commissione, che sono le tipologie che illustrava l’Assessore Carosso poc’anzi.

La mappa prevede, inoltre, una rappresentazione indicativa di una zona infetta per la peste suina africana, di cui alla decisione di esecuzione 2022/920 della Commissione, adottata il 13 giugno 2022, recante alcune misure di emergenza relative alla peste suina africana in Italia, nonché una rappresentazione indicativa delle zone di protezione/sorveglianza per la peste suina africana, di cui alla decisione di esecuzione 921 della Commissione, sempre del 13 giugno 2022, e decisione di esecuzione 2022/1189 della Commissione dell’8 luglio 2022, recante alcune misure di emergenza relativa alla peste suina africana in Germania.

La diffusione numericamente rilevante del virus è iniziata nel 2014 e oggi coinvolge la Polonia, la Germania, tutta la fascia baltica, la Romania, l’Ungheria e la Slovacchia. Il Belgio e la Repubblica Ceca hanno affrontato il virus come noi, recintando le aree infette. Sta funzionando anche in Germania, sebbene ci sia un grosso problema di cinghiali che arrivano dalla Polonia in maniera continuativa, ed è una situazione territoriale che impedisce una barriera efficace.

Alla fine del 2020, dopo due anni di presidio e un anno di assenza di nuovi focolai, il Belgio è stato dichiarato indenne alla peste suina africana, diventando il secondo Paese colpito, nell’Unione Europea, che è riuscito a debellare la malattia nel suo territorio, insieme alla Repubblica Ceca.

In Belgio, la peste suina non ha mai colpito gli allevamenti domestici in modo rilevante, per questo è fondamentale che i protocolli sul presidio delle aree infette, l’abbattimento circostanziato dei capi e la garanzia di un elevato livello di biosicurezza negli allevamenti vengano assicurati dal coordinamento delle forze in campo.

Nel 2020 l’Italia, in considerazione dell’epidemia europea, in base a quanto previsto nell’ambito della strategia comunitaria di prevenzione e controllo della malattia, ha elaborato un Piano di sorveglianza nazionale che contempla anche una parte dedicata alla sola Sardegna, relativamente alle misure volte al raggiungimento dell’eradicazione. Il Piano viene presentato annualmente alla Commissione europea per l’approvazione e il cofinanziamento, come previsto dalle norme comunitarie, e lo Stato membro interessato presenta alla Commissione europea uno specifico Piano di eradicazione (quello di cui parlava prima il Sottosegretario).

Dopo lo sviluppo del focolaio in Liguria e in Piemonte, sulla base dell’indagine epidemiologica, il Ministero della Salute, unitamente a un gruppo di esperti, ha immediatamente definito una zona infetta comprendente diversi Comuni delle province di Alessandria, Genova e Savona, nella quale è stata vietata qualsiasi attività agroforestale - quindi l’accesso del pubblico - anche tenuto conto che la malattia è trasmissibile con la movimentazione di animali, persone, veicoli e materiali contaminati, tra cui rifiuti di cucina, scarpe, vestiti, attrezzi zootecnici e quant’altro.

Analoga procedura è stata attivata non appena è stato confermato anche il caso di Roma.

Il Piano di sorveglianza nazionale già in vigore continuerà ad essere applicato nelle aree del Paese al momento non interessate dalla malattia. Il Piano nazionale prevede, tra le principali misure, la sorveglianza passiva nel settore domestico e selvatico; la verifica del livello di applicazione delle misure di biosicurezza in allevamento; l’attività di formazione e di informazione degli allevatori, dei cacciatori e di tutti i soggetti in qualche modo coinvolti, al fine di aumentare la consapevolezza e la conoscenza della malattia. Oltre a ciò, nel settore dell’allevamento suinicolo ogni segnale sospetto di malattia deve essere segnalato ai servizi veterinari; inoltre, sono sottoposti a controllo diagnostico i suini deceduti in aziende e specifiche percentuali quantificate in base alla consistenza numerica della popolazione allevata e dal rischio. È prevista, inoltre, la verifica del livello di implementazione delle misure di biosicurezza degli allevamenti suini, pilastro fondamentale nella prevenzione dell’infezione, con particolare riferimento alla possibilità di contatto con i selvatici, responsabili del mantenimento del virus nell’ambiente e della sua diffusione, in virtù delle grosse distanze che i cinghiali riescono a coprire quotidianamente.

È evidente che il territorio ha tutto l’interesse a seguire il perimetro fornito dai protocolli europei e dal piano di eradicazione; questo per avere titolo, poi, anche nel riconoscimento degli sforzi profusi e alle eventuali misure di sostegno comunitario che devono affiancarsi a quelle nazionali.

Per questo, il ruolo del Commissario è delicato e difficile, in quanto deve rendere percorribili, calandosi sulla realtà specifica locale, le indicazioni scientifiche e di presidio sanitario che hanno ben dimostrato, nel tempo, di essere efficaci. È bene che in questo senso stiano iniziando le operazioni di contenimento degli esemplari, in armonia con indicazioni di sanità derivanti dal piano di eradicazione.

Due mesi fa - e vengo alla conclusione - la delegazione della Lega al Parlamento europeo ha chiesto alla Commissione europea se intendeva valutare di intraprendere misure economiche straordinarie di supporto per i Paesi colpiti dall’epidemia di peste suina africana, in riferimento alla situazione epidemiologica che sta colpendo il nostro Paese, con l’attuale coinvolgimento di tre Regioni, che sta mettendo in ginocchio l’economia di interi territori a causa del blocco delle importazioni da parte di alcuni Stati, con danni stimati, per l’export, di circa 20 milioni di euro al mese. Centinaia di aziende del comparto suinicolo sarebbero a rischio di chiusura, mettendo in pericolo migliaia di posti di lavoro.

In risposta, la Commissione europea si è resa disponibile a considerare anche un sostegno eccezionale, ai sensi dell’articolo 220 del Regolamento sull’organizzazione comune dei mercati, previa richiesta debitamente motivata e cofinanziata da parte dello Stato membro colpito da peste suina africana.

Lo stanziamento totale dei fondi da parte dell’Unione Europea per la peste suina africana per il periodo 2014-2022 è di circa 275 milioni di euro. Sono stati utilizzati due diversi strumenti per sostenere gli Stati membri: programmi di eradicazione per 100 milioni di euro e misure di emergenza per euro 175 milioni.

La Lega, inoltre, ha approvato alla Camera dei Deputati una mozione per l’aumento dei fondi disponibili per l’azione del Commissario straordinario; si tratta di fondi necessari per la messa in sicurezza delle aree infette, bio-sicurezza degli allevamenti, indennizzi per fermo stalla e attività turistiche che hanno subìto un danno diretto o indiretto. La mozione prevede, inoltre, indicazioni più incisive sugli abbattimenti, aprendo a nuove figure (come i cacciatori formati ad hoc) per intervenire in modo chirurgico: è un passo avanti per l’eradicazione della peste suina dal nostro territorio, grazie anche alla collaborazione sinergica con gli Enti regionali. Ho concluso.

Ringrazio ancora il Presidente Cirio appena arrivato e ringrazio il Sottosegretario Costa per l’intervento. Ringrazio ancora tutta la Giunta per avermi concesso di intervenire.

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